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Il nome di Guido Calgari è oggi maggiormente legato alla sua attività culturale, più che alla sua produzione letteraria. Meritano quindi di essere riscoperti questi "racconti tristi", pubblicati nel 1933 e ampliati nel 1968, col titolo "Quando tutto va male!. Fin dalla novella eponima l'autore mette in scena - in aperto contrasto con una «concezione arcadica della montagna» allora in voga - l'asprezza del mondo alpino, la tragedia sempre dietro l'angolo, la minaccia dell'emigrazione, l'incontro con una modernità a tratti incomprensibile. Eppure c'è attaccamento a questo mondo, caratterizzato da uno spirito comunitario che va man mano perdendosi, ora che «le rascane sono ormai tutte crollate».